suvereto

Il borgo, la sua vita, la sua gente

Sapori e profumi sono quelli che si respirano nelle case e nelle campagne della Toscana che si racconta oltre gli stereotipi. Enoteche, osterie e botteghe artigiane, sono luoghi di semplice convivialità e di condivisione di valori che affondano le radici in una terra generosa e ospitale. Il borgo e le sue frazioni, esprimono la dimensione della vita tranquilla, un invito a sprofondare nel benessere delle cose semplici.

Suvereto è un piccolo e meraviglioso borgo medievale di circa 3000 abitanti, incastonato sulle pendici delle colline che dominano il mare e la costa degli Etruschi.

Questa piccola comunità rurale è una preziosa perla architettonica in cui si intersecano in modo armonico l’antica cinta muraria, l’imponente Rocca, i vicoli lastricati, lo storico palazzo comunale, la chiesa San Giusto ed il chiostro di San Francesco. Nel Borgo sono presenti due piccoli musei, ovvero il Museo artistico della bambola ed il Museo di arte sacra.

ARTIGIANI

gli artigiani di Suvereto

mauro cecchetti

“È importante saper guidare il fuoco. È tutto al buio ma bisogna capire come va il fuoco, vedere dove non si vede. Per due giorni e due notti”. Mauro Cecchetti, l’ultimo carbonaio di Suvereto è il signore dei boschi. Per lui inverni, notti, libecciate, bonacce estive non hanno segreti quando si trova nel cuore della macchia e cammina nel bosco. Fa carbone da quarant’anni e ha imparato da Ermanno, “il migliore dei carbonai che era di Riotorto”. I primi uomini neri erano nomadi e attraversavano tutta la Toscana dalle foreste dell’Appennino Tosco-Emiliano: uomini di poche parole e di tante conoscenze. Mauro è un artista silenzioso. Anche il fumo della sigaretta è suo amico e disegna nell’aria i suoi pensieri. Occhi vispi e tante storie da raccontare, ma soprattutto l’arte di saper costruire cataste perfette dall’anima di fuoco. Un fuoco silenzioso e laborioso che lentamente trasforma il legno in carbone. L’ultimo carbonaio di Suvereto conosce perfettamente le anime di fuoco che giocano e si alimentano con i respiri di scirocco o grecale: non si vedono ma lui sa perfettamente come si muovono dentro alle cupole nere e le guida come un pastore fa con le sue pecore nella notte. E dopo due giorni e due notti le anime di fuoco ben guidate da Mauro trasformano rami di lecci, scopa e querce in cristalli. Il tintinnio del carbone taglia l’atmosfera ovattata del bosco e riempie d’orgoglio l’artista con le mani nere. “Siamo rimasti in pochi. Un tempo ci incontravamo nei boschi lungo sentieri invisibili, oggi sono quassù da solo”; storie antiche gli tengono compagnia ed è fortunato perché la sera torna in paese dove c’è la moglie che l’aspetta. “Non sempre però…” Quando la legna brucia riposa qui. Guarda le stelle o le nuvole nomadi mentre i fumacchi del carbone scrivono poesie nel suo cielo nero.

diego daddi

INDIRIZZO:
Via Don Minzoni, 5
Suvereto

RECAPITI:
+39 347 193 1632
quelpellaiodidiego.it

Nella bottega di Diego Daddi il tempo è una dimensione indefinita perché lui gioca con i secoli costruendo piccole opere d’arte per tutti i piedi: belli, brutti, piccoli, dritti e storti. Tutto inizia con un foglio di carta e una matita. E quelli che incontrano Diego sono piedi fortunati…
Ha lasciato un posto fisso per fare la cosa che sa fare meglio, creare scarpe, borse, stivali, cinture. Come ama ripetere Diego, “quel pellaio” appunto, “ho il Medioevo dentro” e scopre le sue doti realizzando piccoli lavori di pelletteria in occasione dei cortei storici che a Suvereto sono abbastanza frequenti e partecipando ai mercati medievali in varie feste toscane. Quel Pellaio di Diego progetta e realizza scarpe. Forme, rifiniture, cura del dettaglio, cuciture a mano le rendono pezzi unici, indiscutibilmente belli ed eleganti. La produzione è limitata perché tutto viene fatto a mano: dalle classiche inglesine, francesine e intramontabili “clark” a scarponi tipo “derby”, stivali da lavoro e per cavalcare e straordinari stivale buttero. Per gli appassionati di Medioevo invece il Pellaio ha una linea di scarpe del 1200 e 1300 con modelli destinati al popolo o a nobili e cavalieri. Nella sua piccola bottega si percepisce la bellezza di una calzatura creata ad arte: mani e genio del Pellaio raccontano quasi mille anni di scarpe.

Suvereto è Città del Vino, Città dell’Olio, Borghi più Belli d’Italia, Città Slow Food e Bandiera Arancione del Touring Club

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