Parole e immagini per descrivere il terroir della Val di Cornia e della sua capitale enologica, Suvereto.
Acque Termali
Le acque termali sono uno dei tratti distintivi della Val di Cornia, territorio che conta numerose sorgenti dedicate agli amanti del benessere e della cura del proprio corpo.
Un sistema possibile grazie a un vasto bacino idrico sotterraneo alimentato dalle acque piovane, che filtrando lentamente verso valle si legano ai tanti minerali presenti nel sottosuolo, dando vita ad acque curative particolarmente indicate per l’apparato respiratorio e per le ossa.
Baratti
Un piccolo golfo a nord di Piombino, affacciato sull’Isola d’Elba, immancabile cartolina della Val di Cornia. Ricompreso tra le lingue sabbiose di San Vincenzo e gli scogli che compongono il promontorio piombinese, il Golfo di Baratti offre ai suoi visitatori acque limpide intrecciate alla pineta, fatta di pini marittimi e macchia mediterranea.
Un luogo iconico, reso ancor più affascinante dalla presenza di Populonia, squisito borgo appoggiato sul suo versante meridionale.
Borghi più belli d’Italia
Pur essendo di piccole dimensioni, la Val di Cornia è comunque capace di annoverare entro i suoi confini ben tre ‘Borghi più belli d’Italia’.
Suvereto, Campiglia Marittima e Populonia sono infatti annoverati dall’omonima associazione tra i luoghi che la bellezza e il fascino di cui l’Italia è ambasciatrice in tutto il mondo.
Cabernet Franc
Vitigno a bacca rossa originario della zona della Gironda, in Francia, è spesso utilizzato assieme a Cab. Sauvignon e Merlot per dare vita al cosiddetto taglio ‘bordolese’.
In Val di Cornia la sua è una presenza ormai storica, con tante aziende sempre più convinte a utilizzarlo non solo come uva da taglio, ma anche come base principale – o esclusiva – dei loro vini più prestigiosi, al punto da rendere questo territorio una delle capitali italiane del Cabernet Franc.
Cabernet Sauvignon
Vitigno a bacca rossa originario delle zone del Médoc e delle Graves, base dei cosiddetti tagli bordolesi, il Cabernet Sauvignon da sempre lega il suo nome a quello della Val di Cornia.
Presente nel disciplinare del Suvereto Docg fin dalla sua approvazione, il Cabernet Sauvignon è infatti una delle basi ampelografiche più importanti della regione, dal quale hanno origine tanti dei vini che hanno reso famoso questo terroir in Italia e nel mondo.
Campiglia Marittima
Benché sia certa la presenza in zona di insediamenti in epoca etrusca e romana, come testimonia il parco archeo-minerario di San Silvestro, è al 1004 che risale il primo documento che la nomina, con il nome di Campilia, come oggetto di una donazione a favore del monastero di Santa Maria di Serena, vicino a Chiusdino.
A lungo sotto la dominazione pisana, Campiglia passò nel 1406 sotto i fiorentini, diventandone l’avamposto più meridionale, utile a controllare il porto di Piombino e la città di Pisa. Dopo aver seguito i destini prima dei Medici e poi dei Lorena, autori di un’importante bonifica delle sottostanti pianure, Campiglia fu occupata dalle truppe napoleoniche e in seguito riannessa al Granducato (1815).
Durante il fascismo il suo territorio fu annesso alla provincia livornese, salvo perderne una parte nel 1949 per consentire a San Vincenzo di divenire comune autonomo.
Carciofo Violetto
Il prodotto agroalimentare per eccellenza della Val di Cornia, dove viene coltivato ormai da oltre cinquanta anni non solo da agricoltori professionisti, ma anche da tante persone comuni che lo piantano nei loro piccoli orti.
Un prodotto identitario, fondamentale per l’economia di zona, da qualche anno diventato patrimonio di una specifica condotta Slow Food nata in zona.
Cinghiale
Il simbolo selvaggio dell’intera Maremma, cui da secoli si legano economie, ricordi e ritualità che, oggi come ieri, segnano la Val di Cornia.
Dapprima fonte di alimentazione e di reddito, il cinghiale e la sua cacciata hanno assunto nel tempo un valore culturale, con le vecchie generazioni impegnate a tramandare ai più giovani questo antico rito di caccia, trasformato poi in succulente pietanze da innaffiare con i nostri vini.
Colline Metallifere
Sistema collinare che abbraccia la parte meridionale della Val di Cornia, le Colline Metallifere sono conosciute e sfruttate fin dai tempi più remoti, grazie ai generosi giacimenti di ematite, pirite, calcopirite, allume, stibnite, calamina, blenda, galena e cassiterite.
Sebbene l’attività estrattiva si sia ormai arrestata, ne rimangono sul territorio numerose tracce plastiche, nonchè un’inconfondibile impronta all’interno dei nostri vini.
Elisa Bonaparte
Allorché fu chiamata dal fratello a guidare il ricostituito Ducato di Piombino, Elisa Bonaparte accettò, non senza rimpianti per la sua amata corte francese. Nostalgia che la spinse a realizzare un vigneto fatto di quelle uve necessarie a produrre quei vini ‘all’uso di Bordeaux’ a lei tanto cari, importando dai vivai francesi le barbatelle utili allo scopo.
Fu così nel Parco dei Montioni, in prossimità di un villaggio minerario, che avvenne oltre duecento anni fa l’incontro tra la Val di Cornia e i vitigni cosiddetti internazionali, che da qui fecero il loro ingresso sulla costa toscana.
Etruschi
Agli etruschi il merito di aver portato la civiltà in questo spicchio di penisola, cuore di quell’Etruria che dall’alto Lazio si prolungava per tutta la dorsale toscana, influenzando a lungo lo sviluppo della zona.
Popolo colto e raffinato, che già conosceva le proprietà terapeutiche delle acque termali di zona, gli etruschi furono anche eccellenti commercianti, stringendo proficui rapporti con i popoli che allora dominavano il Mar Mediterraneo. In zona fecero proprie anche le tante risorse minerarie, che prendevano il largo tramite il fiorente porto di Populonia.
Ghimbergo
Denominazione comunale creata negli anni ’80 a Suvereto che simboleggia il nuovo corso della vitivinicoltura valdicornina.
Nata su iniziativa dell’allora sindaco suveretano, Walter Gasperini, la De.Co Ghimbergo (che prende il suo nome dalla chiave di volta che chiude l’arco della porta principale di Suvereto) prevedeva un’etichetta identica per tutte le aziende e portava con se un ufficio eno-agronomico voluto dal comune per aiutare i propri viticoltori nella ricerca della maggiore qualità possibile.
Macchia
Il termine maremmano in uso per definire i fitti boschi dall’impronta mediterranea che circondano l’intera Val di Cornia, uno spazio dove ancora oggi la natura regna sovrana, imponendo all’uomo i suoi ritmi e le sue stagioni.
Qui è possibile incontrare piante di erica, alloro, corbezzolo, pungitopo e rosmarino e ornello, che fanno da premessa alle grandi distese di di querce, lecci e sughere posti alle spalle delle piane valdicornine.
Mare
Affacciato sull’Isola d’Elba, il mare della Val di Cornia si distingue per le sue acque cristalline e la varietà delle sue spiagge.
Da San Vincenzo a Carbonifera si trovano una serie di litorali che dalle lingue sabbiose declinano in scogliere frastagliate e calette nascoste, prime dirimpettaie di acque che sono parte integrante dell’Area Marina Protetta che abbraccia l’Arcipelago Toscano, habitat naturale di numerose specie marine, tra cui pesci colorati, molluschi e crostacei.
Maremma
Spazio geografico, quasi metafisico, al cui interno è incastonata la Val di Cornia, che dall’alto Lazio giunge fin quasi a Pisa.
Già centro nevralgico del regno etrusco, la Maremma rappresenta lo sforzo dell’uomo contro la natura più selvaggia e maligna, rappresentata dalle tante insalubri paludi che fino all’opera di bonifica ottocentesca segnavano la vita di questi luoghi.
Merlot
Il Merlot è un vitigno a bacca rossa di origine francese, e che ha trovato nella Val di Cornia un territorio eletto alla sua coltivazione, ben adattandosi a clima e terreni di zona.
I Merlot prodotti dalle nostre cantine sono di un bel rosso rubino profondo e da ampi profumi di frutta rossa. Il sapore è morbido e armonico. Sono vini che possono essere bevuti giovani, ma che possono anche essere invecchiati per molti anni.
Montioni
Situato tra la Valle del Cornia e del Pecora, ai confini meridionali della regione, il Parco Naturale di Montioni ha legato la sua storia all’estrazione di allume, preziosa risorsa utilizzata in vari settori, tra cui la produzione di tinture e la concia delle pelli.
Nel Parco sono inoltre presenti una varietà di altre bellezze naturali, dalle foreste di querce secolari alle ampie radure, per una diversità di paesaggi capace di catturare l’immaginazione di chiunque. Per completare l’esperienza, il parco offre aree picnic dove è possibile pranzare o fare un break durante la camminata.
Olivi
Non solo viti e agricoltura di qualità. La Val di Cornia ha infatti un legame profondo anche con l’olivicoltura, che qui si sviluppa nelle prime propaggini collinari che anticipano gli sconfinati boschi che circondano la regione. ù
Una produzione secolare, fonte di reddito e alimentazione per le popolazioni locali, basata sui più tipici cultivar toscani cui si affiancano alcune tipologie di olivastra locale.
Palio delle Botti
Forse il più importante momento di folklore – assieme alla Sagra del Cinghiale – che prende forma in Val di Cornia, e che segna una volta ancora il legame tra l’uomo e la vite. ù
Due volte all’anno le strade di Suvereto vedono i rioni del borgo sfidarsi in una gara contornata da cene nel borgo e una sfilata storica, come conviene a ogni Palio che si rispetti.
Pineta
Da sempre la pineta di pini marittimi segna il confine tra le spiagge e il primo entroterra, fatto di un sistema poderale che spinge e alimenta da secoli l’economia e la società del territorio.
Una sottile lingua verde chiaro che caratterizza le spiagge della Val di Cornia – come molte altre in Toscana – e offre la meritata ombra ai tanti turisti balneari che ogni anno visitano i nostri lidi.
Piombino
Punta protesa verso il mare, Piombino ha una storia che risale a tempi antichi, quando era conosciuta come Populino, ovvero “piccola Populonia”. Importante presidio militare durante il Medioevo, Piombino visse nel XV secolo, un periodo di splendore sotto il governo di Jacopo VI Appiani, un signore locale che governò la città con saggezza e visione.
Durante il suo regno, Piombino divenne un importante centro culturale e un luogo di rifugio per scrittori, artisti e filosofi. Nel corso dei secoli successivi, Piombino ha attraversato diverse fasi di sviluppo e cambiamento, diventando una città industriale importante grazie alla presenza di industrie siderurgiche e portuali.
Oggi, la città continua a evolversi, conservando al contempo il suo ricco patrimonio storico e culturale.
Poggio Neri
Il Parco Forestale di Poggio Neri, poco distante dal paese di Sassetta, si estende per oltre 700 ettari, che ospitano una ricca varietà di piante, tra cui lecci, querce, pini marittimi e numerose specie di arbusti tipici della macchia mediterranea.
Questo habitat naturale è il rifugio perfetto per una vasta gamma di animali selvatici, tra cui daini, cinghiali, volpi, rapaci e una larga varietà di uccelli. All’interno del Parco si trova il Museo del Bosco, dove è possibile rivivere l’attività lavorativa e la quotidianità dei carbonai di un tempo.
Populonia (il Borgo)
A pochi di km da Piombino si trova Populonia, borgo medievale affacciato sul Golfo di Baratti e costruito nei pressi della vecchia Fufluna, unica tra le (dodici) città della Dodecapoli etrusca a essere costruita sul mare.
La sua storia si lega allo sfruttamento dei ricchi giacimenti minerari del campigliese e dell’Isola d’Elba, che hanno portato Fufluna a essere uno dei centri metallurgici più fiorenti del passato, che visse il suo massimo splendore attorno al V sec. A.C, quando era abitata da alcune migliaia di abitanti e presentava un’acropoli, una necropoli, nonché diversi quartieri portuali ed industriali.
Ricordata per aver fornito il ferro necessario alla seconda guerra punica guidata da Scipione l’Africano, subì la furia di Silla, che la ridusse in rovina per punirla di aver sostenuto il suo rivale Mario nella lotta alla successione sul trono romano. Nell’attuale borgo, costruito nella sua forma attuale nel XV secolo e circondato da mura del Trecento, è possibile ammirare i resti della città antica, con le mura etrusche e gli edifici romani.
Populonia (il Parco)
Il Parco Archeologico di Populonia è una delle testimonianze più compiute della civiltà etrusca, che aveva qui uno dei suoi sbocchi al mare privilegiati. Posto su una collina che domina il Golfo di Baratti, il parco offre la possibilità di esplorare le mura cittadine, le necropoli e i siti di interesse archeologico che testimoniano l’attività artigianale, commerciale e religiosa di questo popolo.
Tra i reperti più significativi vi sono le tombe a tumulo, le necropoli e le aree di produzione metallurgica, che mostrano l’abilità degli antichi abitanti nell’arte della fusione dei metalli, in particolare del ferro.
Rocca di San Silvestro
Se l’estrazione mineraria è un tema constante nella storia valdicornina fin dai tempi degli etruschi, il luogo simbolo di questo impegno è rappresentato dalla Rocca di San Silvestro, edificata nel X secolo in coincidenza di un importante sito estrattivo e oggi sito museale a tema.
Dalle sue miniere sono state estratti rame e piombo argentifero, utilizzate anche dalle zecche toscane per il conio di nuova moneta.
Rosso della Val di Cornia Docg
Riconosciuta Docg nel 2011 per elevazione della tipologia Rosso prevista nel Val di Cornia Doc, insiste sul territorio di quest’ultima. L’unica tipologia prevista ha una base ampelografica composta da Sangiovese (minimo 40%), Cabernet Sauvignon e Merlot (da soli o congiuntamente al 60%), da integrare con un 20% massimo di altri vitigni a bacca rossa autorizzati dalla Regione Toscana.
La data di immissione al consumo è prevista per il 1° maggio del secondo anno successivo alla vendemmia, mentre si deve attendere il 1° gennaio del terzo anno successivo per la versione Riserva, che richiede un periodo di affinamento in legno di diciotto mesi più sei mesi in bottiglia.
Sangiovese
Il Sangiovese è il vitigno a bacca rossa più diffuso in Italia, rappresentando forse il simbolo enologico più compiuto della Toscana e della Val di Cornia. Questa è infatti una zona ideale per la sua coltivazione, grazie al clima mite e alla vicinanza al mare, che garantisce una continua circolazione d’aria.
Da qui vini caratterizzati da un colore rosso rubino intenso, da un ampio profumo di frutta rossa e da un sapore robusto e tannico. Sono vini che necessitano di un certo invecchiamento per esprimere al meglio le loro caratteristiche.
Schiacciata Campigliese
In un contesto di assoluta vocazione all’agroalimentare di qualità e ai piatti tipici, a cavallo tra mare e boschi, la ‘semplice’ Schiacciata alla maniera di Campiglia rappresenta il prodotto simbolo di questo territorio, la cui origine si perde indietro negli anni.
A un apposito Comitato di tutela il compito di vigilare l’uso del nome – registrato – e il rispetto della ricetta originale di quella che è un dolce che accompagna da decenni la Pasqua in Val di Cornia.
Spiagge
La Val di Cornia propone tante spiagge, che segnano il confine occidentale di tutta la regione. Da Baratti fino a Sterpaia, passando per Carbonifera e le lingue sabbiose di San Vincenzo, il mare e la sabbia, segnano il territorio in modo indissolubile, facendo il paio con la tipica pineta mediterranea che le divide dal primo entroterra.
La stagione balneare in Val di Cornia è molto lunga grazie ad un clima che offre giornate di sole da Aprile ad Ottobre inoltrato.
Sterpaia
Situato tra i comuni di Piombino e Follonica, il Parco della Sterpaia vanta una grande ricchezza ecologica, preservata dalla sua designazione come Riserva Naturale Regionale. All’interno del parco, è possibile imbattersi in una grande varietà di piante, tra cui lecci, ginepri, pini marittimi e numerose specie di fiori e arbusti tipici della macchia mediterranea.
La fauna non è da meno: uccelli migratori, come aironi e fenicotteri, trovano rifugio nelle lagune interne del parco, mentre lungo la costa è possibile avvistare tartarughe marine e diverse specie di pesci.
Sughere
La sughera, o Quercus suber, è un albero affascinante che gioca un ruolo importante in Val di Cornia. Noto principalmente per la sua corteccia, da cui si ricava il pregiato sughero, questo albero cresce rigoglioso nelle colline e sui versanti delle montagne della regione.
La sua presenza offre molti benefici: da un punto di vista ecologico, la sughera svolge un ruolo cruciale nell’ecosistema locale, offrendo ombra e rifugio a numerose specie di uccelli, mammiferi e insetti.
Dal punto di vista economico, Il sughero offre la materia prima per una vasta gamma di prodotti, tra cui tappi per bottiglie di vino, isolamento termico ed acustico, e persino elementi di design.
Suvereto
Capitale enologica della Val di Cornia, Suvereto deve il suo nome alla parola latina suber (sughero), in virtù della forte presenza di questa pianta nei boschi limitrofi. Citato fin dal 973 d.C., il paese è simboleggiato dalla Rocca Aldobrandesca, costruita in epoca alto medievale.
La fedeltà dimostrata a Ildebrandino VIII dai suoi abitanti consentì a Suvereto di ottenere nel 1201 la Charta Libertatis, che la rese il primo libero Comune della Maremma settentrionale. A questo periodo risalgono il Palazzo Comunale e le mura – tuttora integre – la cui costruzione durerà fino al XIV secolo.
Dopo alterne fortune, Suvereto fu unito al Principato di Piombino, che Napoleone assegnò a sua sorella Elisa e al marito, il principe corso Felice Baiocchi. Tornata parte del Granducato di Toscana, ne seguirà le sorti in occasione del processo di unificazione nazionale.
Suvereto Docg
Riconosciuta Docg nel 2011 per elevazione della sottozona Suvereto prevista nel Val di Cornia Doc, interessa il solo territorio comunale dell’omonimo paese. Merlot, Cabernet Sauvignon e Sangiovese sono le tipologie monovarietali previste (minimo 85% del vitigno), cui si aggiunge il blend tra Cabernet Sauvignon e Merlot (da soli o congiuntamente minimo 85%).
L’immissione al consumo è fissata per il 1° giugno del secondo anno successivo alla vendemmia, mentre si deve attendere il 1° gennaio del terzo anno successivo per le Riserve, che richiedono un periodo di affinamento in rovere di diciotto mesi più sei mesi in bottiglia.
Syrah
Il Merlot è un vitigno a bacca rossa di origine francese, e per questo annoverato tra gli ‘internazionali’ nonostante un rapporto ormai consolidato con queste terre, dove trova il sole necessario a una corretta maturazione del suo profilo organolettico.
Il risultato è uno dei bicchieri più ampi e profondi che potrete trovare dalle nostre parti, con intensi sentori di frutta rossa e un bouquet speziato, come usa per ogni grande vino italiano.
Terrazze
La particolare conformazione della Val di Cornia fa si che sul territorio esistano numerose ‘terrazze’ affacciate sul mare.
Spazi che si elevano rispetto alla pianura antistante il mare, dai quali godere di un panorama unico su questo territorio dove uomo e natura convivono da centinaia di anni , restituendo una produzione agricola e vitivinicola di primaria importanza.
Val di Cornia Doc
Nata nel 1989, la denominazione ricomprende in tutto o in parte il territorio dei sei comuni che compongono la Val di Cornia. Accanto alle tipologie Bianco (vermentino min. 50%) e Rosato (sangiovese min 40%), prevede otto tipologie monovarietali, quali Ansonica, Ansonica passito, Vermentino, Cabernet sauvignon, Ciliegiolo, Merlot, Sangiovese, per produrre le quali è richiesta una percentuale minima pari all’85% del corrispondente vitigno.
A esse si aggiunge l’Aleatico Passito, per la produzione del quale è richiesto il 100% del corrispondente vitigno.