Macchion dei lupi

macchiondeilupi.it
visita e degustazione

INDIRIZZO:
Loc. Acquari, 192 - Suvereto

RECAPITI:
+393473240899
info@macchiondeilupi.it
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ORARI:
LUN-DOM: visite su appuntamento

LINGUE PARLATE:
italiano - inglese - francese

INDICAZIONI STRADALI

CHI SIAMO

Le radici delle vigne di Carlo Parenti affondano nella vita frenetica di piazza Affari a Milano. Un master in gestione di aziende vinicole con il professor Attilio Scienza schiude la porta della sua vita riscoprendo il legame familiare con la terra: “Mio padre aveva un’azienda agricola a Lodi e mi sono sempre portato dentro il profumo e l’essenza della campagna”. Dopo uno stage, un’esperienza di lavoro in un’azienda e un corso per sommelier, addio banca! L’istinto, il sogno e un pizzico di follia mi portano a Suvereto. La passione vera di Carlo è la vigna: “Forse sono più appassionato di terra che di vino e quando si parla di vino mi piace quello che esprime in pienezza la varietà di un terroir. La cantina è un momento della produzione che però vive il processo più importante in vigna a contatto con gli elementi di Madre Natura.

Il mio vino vuole raccontare questo terroir , non andare incontro ai gusti del mercato e la sostenibilità è la condizione per esprimere il territorio”. Carlo è una persona curiosa, assetata di conoscenze, sensibile e consapevole che in un percorso di crescita gli errori sono i mattoni su cui si costruiscono certezze. Quando si siede sulla terra appoggiandosi ai vitigni lo fa come avviene con un divano: è nella sua comfort zone. Biodinamica significa relazionarsi in modo sano, rispettoso e sostenibile all’elemento terra.

“Il sistema di vinificazione gravitazionale qui è importante. Il caldo provoca una maturazione rapida degli zuccheri e questo sistema aiuta anche a gestire raccolte precoci, con lavorazione di uve non ancora mature, permettendo di ottenere vini più snelli e più profumati. Il progetto iniziale era incentrato sui vini rossi, ma oggi sono l’unico produttore di Suvereto che vede nei vini bianchi la centralità della produzione come elemento caratterizzante l’azienda e il territorio. Infatti mi chiamano il bianchista”. Inizialmente l’Ansonica ambrato non si allineava ai canoni di omologazione (anche visiva) e veniva grossolanamente confuso con vino “marsalato”; oggi è uno dei vini più apprezzati.

CONSIGLIO DEL PRODUTTORE

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