Il Bruscello

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visita e degustazione

INDIRIZZO:
Loc. Tabarò - Suvereto

RECAPITI:
+39565827091
+393487047243
info@ilbruscello.it
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ORARI:
LUN-DOM: 9.00-19.00

LINGUE PARLATE:
italiano - inglese - francese

INDICAZIONI STRADALI

CHI SIAMO

Il profumo di una quotidianità familiare, storie contadine, affetti e convivialità. La campagna suveretana che non si omologa a qualsivoglia tendenza si identifica nel Bruscello dove le persone vivono in simbiosi con la terra. Anima e cuore di Laura Topi Celembrini sono presente, passato e futuro di questo piccolo mondo antico: “La storia del Bruscello inizia nel 1953 con nonno Torquato, mezzadro, e prosegue nel 1970 con babbo Angiolo. Era il tempo di grano e orzo. Neanche i pomodori ci venivano qui… L’acqua scarseggiava e allora ecco l’idea di impiantare il primo vigneto”. L’energia, la forza e la visione di Laura sono la scintilla che proietta il Bruscello verso la modernità e lo sviluppo della produzione vinicola, anche grazie alla presenza di un’altra grande risorsa come Enrico Giannellini, factotum e motore dell’azienda. “Nel ’90 avevamo una delle prime presse pneumatiche. Graziana Grassini, amica enologa ci prende in giro: avevate comprato la Ferrari ma non avevate i soldi per metterci la benzina. Eravamo avventurieri con tanta passione, basti ricordare che siamo stati tra i primi a imbottigliare nel 1983”. Il progetto dell’enologo Marco Stefanini è l’inizio della storia vinicola del Bruscello: Sangiovese, Colorino, Trebbiano, Barbera, Malvasia e l’antico Giacomino già conosciuto dagli Etruschi. All’alba del terzo millennio sogni e progetti proseguono reimpiantando vitigni di Cabernet Sauvignon, Viognier e Ansonica.

Il podere anche noto come Cantina Togliatti. Correva il 1949 e dopo un comizio a Piombino Palmiro Togliatti trascorse fu ospitato insieme a Nilde Iotti dalla famiglia Bernardeschi per un pranzo in campagna innaffiato da buon vino, amicizia e passione, compresa quella clandestina tra il dirigente e la signora che diventerà la prima presidente della Camera. Michele, figlio di Laura, oltre al vino ha la passione della cucina; una grande sensibilità verso la materia prima e le sue trasformazioni con il bagaglio culturale di antiche tradizioni: “In cantina sento il passato e torno bambino; la tradizione supportata da piccole e necessarie innovazioni tecnologiche è sempre la strada maestra, così come avviene in cucina”.

Laura e Michele hanno una certezza accompagnata da un pizzico di giustificato orgoglio: “Il vino che esprime questo territorio è l’Ansonica barricato; per anni ignorato da tutti ma noi ci abbiamo sempre creduto”.

CONSIGLIO DEL PRODUTTORE

“Alla trattoria Martini, senza dubbio. I tortelli al ragù di cinghiale sono una pietra miliare e qui si respira aria di Suvereto”.

PROPOSTE DI VISITE E DEGUSTAZIONI

Degustazione vini
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