visita e degustazione

INDIRIZZO:
Loc. Poggetto, Zona Artigianale - Suvereto

RECAPITI:
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ORARI:
LUN-DOM: visite su appuntamento

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INDICAZIONI STRADALI

CHI SIAMO

La vita di Fabio Chiarelotto, nato in svizzera da madre di Campiglia Marittima, era immerso negli studi e nelle ricerche storiche. Nel 1998 a Zurigo degusta un calice di Nardo, dell’azienda Montepeloso. Sembrava un giorno come gli altri, invece in quel bicchiere c’era l’essenza della sua vita che stava per cambiare. “In quel periodo lavoravo ad Haiti ma in una settimana ho deciso di fare rotta verso Suvereto… Insieme ad Andreas Steffen, enotecario, acquistiamo Montepeloso”. Al cuor non si comanda, quel vino aveva colto nel segno toccando la sensibilità di Fabio, profondamente innamorato di questo territorio. “Ho sentito il profumo di questa terra e sono partito alla ricerca del Genius loci imparando a conoscere quest’angolo di Toscana interpretandolo attraverso tutte le sue diverse potenzialità. Sono uno storico e lavoro partendo dal macro per arrivare al micro”. I primi anni Fabio lavora con l’enologo Luca D’Attoma producendo il Nardo, supertuscan fatto con Sangiovese e Cabernet Sauvignon; il Rosso di Montepeloso, vino base; e il Gabbro, un Cabernet Sauvignon in purezza. “Nel 2003 finisce l’avventura con Andreas e proseguo da solo con l’idea di staccarmi dall’approccio globalizzato che caratterizza la costa toscana con i bordolesi. Dopo qualche anno di sperimentazione con varietà che hanno una storia e costituiscono la spina dorsale dell’identità del territorio identifico i vitigni che rappresenteranno il blend locale: Sangiovese, Montepulciano, Alicante e Malvasia nera . Prendo coscienza che due sono le strade da percorre: il Gabbro sarà la nostra voce nel coro dei vini internazionali, mentre Eneo (il Grand Vin) e Nardo (selezione dei vitigni più antichi) saranno la voce solista che canterà il territorio di Suvereto. A Quo invece è il vino d’entrata, risultato di un taglio mediterraneo.

Nel 2007 entra a fare parte dell’azienda Silvio Denz, noto imprenditore svizzero e grande appassionato di vino, nonché proprietario delle aziende bordolesi Chateau Faugères, Chateau Péby-Faugères, Chateau Rocheyron e Chateau Lafaurie Peyraguey a Sauternes. L’esperienza di Montepeloso è un continuo work in progress sulla strada della conoscenza di questo territorio che rispetto ad altre realtà come Borgogna o Piemonte, da un punto di vista enologico, è più giovane. “Non esiste un brand Suvereto ma qui c’è tanta sostanza e qualità. Terre selvagge e incontaminate che profumano di Mediterraneo dove spiccano la salinità e le note speziate della macchia; la mineralità dei terreni che riportano alle caratteristiche dell’entroterra. La sfida in un contesto di abbondanza mediterranea è riuscire a creare equilibrio e armonia. Ci troviamo in un ambiente caldo dove bisogna stare attenti a non strafare. Trasformare in vino le sensazioni che questo territorio trasmette è la mission di Montepeloso”. E i risultati dicono che Fabio, insieme a Fabrizio Moltard, enologo di talento, ha vinto la sua sfida. Portare innovazione in un territorio dove l’identità contadina è radicata non è cosa banale.

Dove batte il cuore di Suvereto? “Laggiù, alle falde del Monte Calvi, dentro i segreti profumati della macchia mediterranea; fitta e impenetrabile è un luogo di purezza”.

CONSIGLIO DEL PRODUTTORE

“Laggiù, alle falde del Monte Calvi, dentro i segreti profumati della macchia mediterranea; fitta e impenetrabile è un luogo di purezza”.

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