Monte Solaio

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visita e degustazione ristorazione ospitalità altre colture

INDIRIZZO:
Via di Venturina, 17 - Campiglia M.ma

RECAPITI:
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LINGUE PARLATE:
italiano - inglese

INDICAZIONI STRADALI

CHI SIAMO

Claudio Guglielmucci è uomo di grandi intuizioni che da giovanissimo ha lasciato la sua terra in cerca di fortuna. In Inghilterra è diventato imprenditore di successo ma non ha mai perso il legame con l’Italia e all’inizio del terzo millennio vede nel magnifico territorio della Val di Cornia il luogo adatto per un progetto di valore. “È stato un grande viaggio, intenso e pieno di significato. Quando ho visto questa collina che abbraccia una Toscana profumata di terra e di mare ho pensato che fosse il luogo giusto per creare una realtà in grado di regalare benessere cogliendo l’autenticità e i valori di un territorio meno conosciuto di “altre toscane”, ma incredibilmente bello”. Monte Solaio è una collina che si affaccia a piena vista su Campiglia Marittima, il mare e la Val di Cornia dove già in epoca cinquecentesca si coltivava la vite. Nei primi anni dell’’800 Carlo Boldrini, ricco possidente, costruisce sul Monte Solaio un’esclusiva Casa di Caccia che in seguito diventerà un vero e proprio castello. Quel castello che ha fatto innamorare Claudio Guglielmucci e il suo desiderio di creare bellezza.

Oggi il Castello Bonaria è una residenza esclusiva che offre ospitalità, benessere, ottima cucina ma soprattutto un ottimo vino. L’azienda agricola Monte Solaio è il simbolo di un legame antico e forte con questo territorio e, anche in questo caso, Guglielmucci ha avuto una virtuosa intuizione quando ha affidato il progetto vinicolo ad Antonio Buonaguidi, cuore, mente, braccia di talento e figlio di questa terra. “Con Antonio ho deciso di piantare la vigna”, ricorda Guglielmucci, “circa 10 ettari: 5 in pianura e 5 in collina per fare tesoro delle diverse condizioni ambientali che caratterizzano la Val di Cornia. Nel 2009 l’emozione della prima vendemmia”. Al Castello Bonaria la cantina è un luogo di lavoro che poco concede alla retorica dell’estetica, in perfetta sintonia con lo spirito di Claudio e Antonio che trovano grandi ispirazioni nella bellezza del paesaggio che si abbraccia dal castello, sospeso tra cielo e vigneti, circondato da orizzonti di luce. Di quella luce che traspare nel Boccasanta, nettare chiaro di Ansonica e Vermentino che racconta fedelmente questo territorio; e nell’intensità di vitigni declinati in purezza come Viognier, Syrah, Merlot e Cabernet Sauvignon. Oppure nella freschezza di un Rosato di Pugnitello impreziosito da una vena di Syrah.

Nessuno come Antonio può raccontare l’anima di questo luogo “tradizionalmente legato alla mezzadria e, dagli anni ’50, allo sviluppo industriale. Negli anni del boom economico i contadini abbandonavano la terra sognando la fabbrica, fortunatamente senza mai rescindere l’antico legame con la terra. E, non a caso, l’inizio della crisi industriale qui coincide con l’evoluzione del mondo del vino”. Il futuro ha trovato risorse nel passato generando una “trasformazione enologica endogena”.  Antonio Buonaguidi è un testimone importante di questa trasformazione. Le sue mani sono un libro di storia scritto con terra e vino. I suoi occhi, più che le parole, raccontano con entusiasmo la soddisfazione di lavorare in un’azienda nata con la mission di riqualificare un territorio nel segno della biodiversità.

CONSIGLIO DEL PRODUTTORE

La salita al Monte Solaio racconta un viaggio di trasformazione che regala un’esperienza ispirata a bellezza, benessere, buon vino. Perché partire per questo piccolo grande viaggio? Per star bene, riposare, ubriacarsi di panorama, brindare al bello della vita.

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