Petricci & Del Pianta

petriccidelpianta.it
visita e degustazione

INDIRIZZO:
Fraz. San Lorenzo n.20 - Suvereto

RECAPITI:
+393356767271
info@petriccidelpianta.it
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ORARI:
Tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00 Domenica dalle 17.00 alle 20.00

LINGUE PARLATE:
italiano - inglese

INDICAZIONI STRADALI

CHI SIAMO

Benvenuti a San Lorenzo, “periferia” di Suvereto baciata dal sole e accarezzata dai venti. La strada corre dritta tra vigne e oliveti, immergendosi in un paesaggio silenzioso, sfiorato dalle colline. La strada taglia anche l’azienda Petricci e Del Pianta, una pagina di storia che parla di uomini e donne, di amori e di vini. Pietro Petricci è insieme a pochi altri agricoltori (Nico Rossi e Laura Topi) la memoria storica di tutte le vicende legate al vino in questo territorio. “Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone, donò a ogni famiglia di San Lorenzo una presella (appezzamento di terreno). Casetta Petricci, dove ci troviamo ora, fu costruita agli inizi del ‘900 e ospitava l’asino da lavoro”. Il fil rouge che unisce l’azienda è l’amore tra Pietro e Marilena che arriva qui nel ’57 da Anghiari, cuore della Valtiberina. Si sposano nel 1976 quando il vino era ancora un conforto familiare dopo giornate di duro lavoro.

“Il primo a intuire la grande potenzialità del vino fu lo storico Nadio Stronchi, spinto anche dal grande Veronelli, che ben aveva capito come stesse cambiando il mondo. Poco dopo, nell’’83, nasce grazie all’enologo Marco Stefanini, l’Associazione Vignaioli Alta Maremma. Una storia di grande visione: tutti i produttori con la vendemmia dell’84 imbottigliano il Corniello, primo vino collettivo. La storia prosegue con la cooperativa Il Ghimbergo sostenuta dal sindaco Walter Gasperini e la sua amministrazione comunale. La DOC arriva nell’’89 ma in quegli anni il mondo cambia ancora, il senso di condivisione lascia spazio all’individualismo. Oggi stiamo tornando alle origini e si fa strada anche in campagna l’idea che da soli non si va da nessuna parte”. Pietro e Marilena si vogliono bene, nei gesti e nelle parole, trasuda una storia di grandi sacrifici, sguardi, soddisfazioni. Intensità emotiva. L’azienda è casa loro e chi si ferma qui sente il calore e la genuinità dell’essere suveretani. “Noi siamo agricoltori. Capiamo l’importanza del marketing ma siamo più bravi a fare il vino con passione e attenzione”. La storia continua con le energie, le idee, l’entusiasmo dei figli Fabio e Daniele con la moglie Simona. Dopo Marilena il grande amore di Pietro è il Sangiovese, nettare che ti mette alla prova: “Stiamo parlando di ben 80 cloni diversi. Non è facile scegliere quello giusto in relazione al territorio di produzione. È un uvaggio molto generoso che non matura con uniformità ed è caratterizzato da tannini e acidità elevati. Carattere spigoloso che richiede la capacità di smussarlo; non è come il Cabernet che nasce tondo… Ma i punti difficili del suo carattere sono anche i pregi della sua identità”. Il suo Sangiovese si chiama Buca di Cleonte: lui era un giovane che negli anni ’30 si suicidò per amore in una buca (valle). L’altra passione di Pietro e Marilena si chiama Stillo, un Aleatico passito, passionale e provocante. “Il colpo di fulmine grazie a un contadino dell’Isola d’Elba che ci ha fatto conoscere questo piccolo grande miracolo divino. Abbiamo innestato le gemme di una vigna abbandonata nelle nostre barbatelle e lì è iniziata questa storia bellissima che culmina con la DOC raggiunta del 2000. Si chiama Stillo perché è sempre poco, prezioso e va stillato”. L’altro passito si chiama Stilloro ed è fatto con Ansonica. La cantina è una corale di belle storie come Nubio un Cabernet Sauvignon in purezza dedicato al babbo; Cerosecco, un blend di Merlot e Cabernet Sauvignon che ricorda un cerro secolare di San Lorenzo Alto, morto ma rimasto in piedi per tanti anni. L’altro Sangiovese è l’Albatrone. Fabula e Bianco di Casetta sono invece i due bianchi, uno Vermentino in purezza, l’altro fatto anche con Trebbiano. Liseo invece racconta le bollicine di un spumante metodo classico con uve di Vermentino.

E Suvereto per Pietro e Marilena? Rispondono in coro: “Un luogo dove si vive bene, in una comunità ospitale, seguendo i ritmi della natura. È un piccolo borgo. Ma nel piccolo c’è tanto: una campagna meravigliosa e un clima non tanto diverso dal Paradiso”.

CONSIGLIO DEL PRODUTTORE

“Un luogo dove si vive bene, in una comunità ospitale, seguendo i ritmi della natura. È un piccolo borgo. Ma nel piccolo c’è tanto: una campagna meravigliosa e un clima non tanto diverso dal Paradiso”.

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